Barbara Sorgoni – University of Bologna
[EN]
According to the 1951 Refugee Convention, international protection’s rights are predicated upon the demonstration of a well founded fear of persecution. Ethnographic and legal studies show that the refugee status determination procedure across Europe rests heavily on asylum seekers’ ability to produce an oral testimony of their persecution story which is considered credible by adjudication experts. Drawing on my ethnographic research in Italy, this paper illustrates the many steps of a lengthy and complex procedure, during which asylum seekers are repeatedly requested to reiterate their testimony. More in particular, I will use the story of two refugees in order to show how bureaucratic procedures and practices create new borders, both inside and outside the hosting country, that severely constrain the right of applicants to international protection.
[IT]
Secondo la Convenzione di Ginevra sui Rifugiati del 1951, il diritto alla protezione internazionale si fonda sulla possibilità di dimostrare una ben fondata paura di essere perseguitati. Gli studi etnografici e di diritto mostrano come la procedura per la determinazione dello status di rifugiato in tutta Europa dipenda in gran parte dalla capacità dei richiedenti asilo di produrre una testimonianza orale della propria storia di persecuzione che possa apparire credibile agli organi giudicanti. Basandomi sulla mia ricerca etnografica in Italia, in questo paper passo in rassegna i molti passaggi di una lunga e complessa procedura, durante i quali i richiedenti asilo devono ripetutamente narrare la propria storia. In particolare, intendo raccontare le vicende di due rifugiati al fine di mostrare in che modo pratiche e procedure burocratiche creino nuovi confini, sia esterni che interni allo Stato di approdo, che ostacolano in modo significativo l’accesso al diritto alla protezione internazionale.